Io non mi sento italiano…

“…ma per fortuna o purtroppo lo sono”, come cantava Gaber…a volte lo penso anche io, in questi giorni, con il caso Jebreal a San Remo, oppure quando ho letto della riforma della prescrizione o, caso gravissimo di questa estate, quando l’ex ministro dell’interno ha bloccato le navi cariche di migranti.

Poi, ci ripenso: mi sento italiano, ma ancora non ho capito come potrei lavorare per cambiare quello che non va…forse scrivere sul blog può aiutarmi a focalizzare le idee e discuterle meglio prima di tutto con amici e colleghi.

Per tornare alla prescrizione che verrebbe cancellata: esclusi i casi gravi come l’omicidio, che senso ha perseguire un reato dopo tanti decenni? Se un ragazzo è stato accusato di aver rubato un cellulare oggi che ha 18 anni e lo stato lo processa fra trent’anni come può un cittadino comune difendersi? Anche nel caso fosse colpevole, perché punirlo: in trent’anni può anche essersi ravveduto e aver capito l’errore…oppure essere diventato un delinquente incallito, ma la condanna la rieducazione sarebbe servita prima! L’unica soluzione ragionevole è investire risorse per ridurre la durata dei processi!